Il progetto al quartiere Vallette
Il progetto “L’informazione di prossimità a sostegno delle persone con malattie croniche nel quartiere Vallette” è nato per iniziativa di CIPES con la collaborazione di Cittadinanzattiva, con la Bottega del Possibile, in partenariato con l’ASL Città di Torino (Distretto Nord Ovest) e realizzato grazie al contributo della Regione Piemonte e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Si è conclusa la fase del progetto condotta con il contributo della Regione Piemonte, con la predisposizione di un accordo con le istituzioni per il funzionamento continuativo della rete di informazione di prossimità. Ci sono ancora alcuni dettagli burocratici da definire, ma al più presto verrà condiviso l’accordo definitivo.
Il progetto vuole essere una sperimentazione di un modello partecipativo in sanità. La sua premessa, in linea con il PRC (Piano Regionale Cronicità), è il riconoscimento dell’importanza dell’empowerment di comunità ai fini di una gestione maggiormente efficiente ed efficace delle malattie croniche, non solo per quanto riguarda la loro presa in carico, ma anche per tutto quello che concerne la prevenzione e i diversi percorsi terapeutici. In particolare, si è voluto agire sul livello comunicativo tra istituzioni, cittadini, servizi pubblici e privati, con l’obiettivo specifico di mettere a disposizione una rete di informazione di prossimità sul quartiere, ovvero un canale di comunicazione multidirezionale fra l’organizzazione sanitaria e sociale e la popolazione, in riferimento a questioni di salute, sanitarie e organizzative.
Le aree prioritarie che si è posto il progetto al momento della sua approvazione sono state:
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sviluppo di azioni che facilitino l’accesso alle misure di sostegno e ai servizi già disponibili nel sistema pubblico e privato cittadino;
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sviluppo e rafforzamento dei legami sociali, da promuovere all’interno di aree urbane o extraurbane disgregate o disagiate, con particolare riferimento allo sviluppo di azioni comunitarie, di coesione, che abbiano l’obiettivo di creare legami e relazioni significative e che favoriscano la partecipazione delle famiglie alla vita dei quartieri o dei paesi
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accrescimento della consapevolezza per l’abilitazione e lo sviluppo delle competenze per favorire l’autonomia delle persone con disabilità e una migliore gestione della vita quotidiana.
Tale progetto è nato in coerenza con il nuovo modello di politica europea per la salute riferito alla Regione, denominato Salute 2020 approvato dai 53 Paesi della Regione Europea, nel settembre 2012 in occasione della sessione del Comitato Regionale per l’Europa dell’OMS, che si pone come obiettivo il miglioramento della salute per tutti e tutte e la riduzione delle diseguaglianze, attraverso una migliore leadership e governance per la salute. Esso si focalizza sui principali problemi di salute odierni ed è innovativo nelle modalità di risposta di tutti i livelli e settori del governo e della società. Mette in rilievo la necessità di sviluppare risorse e resilienza all’interno delle comunità, di potenziare l’empowerment e di creare ambienti favorevoli.
In particolare “L’empowerment della popolazione, dei cittadini e dei pazienti è fondamentale per migliorare i risultati di salute, la performance del sistema sanitario e la soddisfazione del paziente. L’opinione della società civile, comprese le persone e le organizzazioni dei pazienti, le organizzazioni giovanili e i cittadini più anziani, è essenziale per attirare l’attenzione sugli ambienti, gli stili di vita e i prodotti dannosi per la salute e sulle disparità in materia di qualità e di erogazione dell’assistenza sanitaria. Questa opinione è, inoltre, fondamentale per generare nuove idee.” A partire da questo approccio, nel corso del tempo, si è rafforzata la convinzione:
* che la sostenibilità dei servizi sanitari è strettamente connessa alla cura delle malattie croniche e allo sviluppo della patient centered care;
*che tale sviluppo connesso con la necessità di mantenere una buona qualità della vita richiede un sensibile empowerment dei pazienti, inteso sia come conoscenza e governo della propria malattia sia come capacità di intrattenere rapporti efficaci con le strutture sanitarie e con i professionisti;
*che la qualità del tessuto comunitario è determinante per il sostegno ai soggetti fragili che non sono in grado di sviluppare un livello adeguato di empowerment.
Assumendo queste considerazioni, la Conferenza Stato Regioni ha approvato nel 2016 il Piano Nazionale delle Cronicità, recepito nel 2018 dalla Regione Piemonte. Tutte la ASL del Piemonte hanno predisposto i propri piani. La ASL Città di Torino, all’interno del Piano Locale Cronicità, ha inserito un capitolo riguardante un progetto specifico su un quartiere con caratteristiche molto interessanti per le diverse realtà socioeconomiche che storico-culturali, il quartiere Vallette. La traduzione concreta di questi atti, per generale ammissione, sconta la necessità di una riorganizzazione capillare dei servizi territoriali e una modificazione dei modelli professionali con la ridefinizione dei percorsi assistenziali. Una particolare difficoltà riguarda la necessità di comunicare alla popolazione messaggi intrinsecamente molto complessi e insieme di verificare l’effettivo impatto delle azioni messe in atto. I tradizionali mezzi e metodi di comunicazione, infatti risultano inadeguati a questo proposito.
Le esperienze emerse, in tutta Europa, nell’anno dell’invecchiamento attivo (cfr. Active ageing into practice! Experiences of civic engagement in health policies Cittadinanzattiva, 2012), nonché vari studi sulla partecipazione civica, hanno messo in evidenza che è possibile affrontare con efficacia questo problema con la promozione e l’attivazione di reti di “informatori di prossimità”, persone residenti o attive nel territorio, bene inserite nei sistemi di relazioni e considerate generalmente autorevoli e affidabili, per esperienza e/o per posizione sociale e professionale. Questa tipologia di soggetti è generalmente presente anche in aree deprivate e se individuati e opportunamente informati sono in grado di veicolare le necessarie informazioni in entrambi i sensi, e quindi di informare correttamente gli utenti e, viceversa, di segnalare ai servizi problematiche che diversamente resterebbero ignote.
La finalità generale del progetto è quello di mettere a disposizione delle istituzioni sanitarie una forma innovativa di comunicazione volta a favorire l’empowerment dei cittadini e della comunità locale. L’obiettivo specifico è stato quello di insediare una rete di 10/20 informatori di prossimità nel quartiere Vallette interessato dalla sperimentazione (25.000 abitanti) collaborando con il distretto Nord Ovest della ASL Città di Torino e con la Circoscrizione 5.
Per ottenere questo risultato si è previsto: 1. L’insediamento di un gruppo di guida e coordinamento costituito da volontari CIPES e di Cittadinanzattiva; 2. Il reclutamento di tre giovani professionisti part time per il sostegno tecnico del progetto, con la funzione di animatori di comunità; 3. Un corso di formazione rivolto agli animatori di comunità sull’organizzazione dei servizi per la cronicità sul territorio interessato; 4. L’individuazione da parte degli animatori di comunità, degli informatori di prossimità, sotto la guida del comitato di coordinamento; 5. Un corso di formazione rivolto agli animatori di comunità e agi informatori di prossimità, aperto alla cittadinanza, con l’intervento di docenti qualificati e dei professionisti dell’ASL Città di Torino
La realizzazione del progetto è stata possibile anche grazie alla fondamentale collaborazione con ASL Città di Torino (Distretto Nord Ovest), della Circoscrizione 5 e di associazioni di malati cronici (Insieme per Fare, AMaR Piemonte Onlus – Associazione malati reumatici del Piemonte, ANAP Onlus – Associazione Nazionale “Gli Amici per la Pelle)
Sono stati coinvolti nel processo anche Medici di Medicina Generale, Farmacie, realtà del terzo settore e associazioni di volontariato, tra le quali UISP, FAND, Tavolo Vallette, Cooperativa Solidarietà, Portico89, Officine Caos e privati cittadini attivi sul quartiere. Questo confronto durato diversi mesi è stato essenziale per conoscere il tessuto sociale del quartiere e pianificare un’azione che andasse a valorizzarlo. La realtà di Vallette è sorprendentemente eterogenea e attiva, con attori pronti a mettersi in gioco e discutere per il raggiungimento di obiettivi comuni.
Per comprendere meglio il territorio e le risorse esistenti è stata effettuata un’analisi approfondita del contesto. A questo proposito, sono state fondamentali le interviste a coloro che si trovano in posizione apicale nei servizi – come il direttore del Distretto Sanitario Nord-Ovest, la responsabile dell’équipe anziani dei Servizi Sociali e il referente della Commissione 3 per la Circoscrizione 5 – che hanno fornito informazioni preziose sui servizi e sui bisogni del territorio, offrendo un quadro esaustivo. In particolare il confronto e la collaborazione con l’ASL Città di Torino si è rivelata estremamente proficua e indispensabile per la prosecuzione del progetto.
Fin dalla sua stesura, è stata intrapresa una linea di confronto e collaborazione con la sperimentazione in atto nel quartiere Vallette in collaborazione con l’ASL Città di Torino che si propone di operare una “revisione dell’assistenza territoriale con l’obiettivo di formulare proposte di innovazioni tecniche ed organizzative per la prevenzione e una adeguata presa in carico delle principali malattie croniche e della fragilità, una presa in carico proattiva mirata a ridurre le disuguaglianze geografiche e sociali nella cronicità” (Silvia Pilutti, Prospettive Ricerca Socio-Economica, per tale sperimentazione).
Per rendere maggiormente utile la collaborazione con i servizi sanitari ci si è confrontati con il Poliambulatorio e, in particolare, con il servizio di Diabetologia. Inoltre, il primo lavoro di mappatura ha evidenziato la presenza di moltissime realtà che si impegnano quotidianamente ad aiutare la popolazione più anziana e fragile, prodigandosi nel tutelare e promuovere la salute allo scopo di diminuire le disuguaglianze sociali. Si sono intessute numerose relazioni con il privato sociale, soprattutto con coloro che nei mesi di pandemia hanno mostrato la volontà di sperimentarsi in altri ambiti e di co-progettare al fine di rendere più efficienti i servizi da loro offerti.
Si sono presi contatti con l’associazione UISP, la quale è impegnata da diversi mesi in un’opera di messa in rete di diverse realtà operanti nel territorio della Circoscrizione 5, in collaborazione con i Servizi Sociali. La cooperazione con UISP si è rivelata fruttuosa e ha condotta alla stipula di un accordo di collaborazione tra UISP, CIPES e Cittadinanzattiva per il quartiere Vallette allo scopo di favorire la qualità, l’accessibilità e l’utilizzo dei servizi per i soggetti fragili e per le persone con malattie croniche mediante l’empowerment della comunità locale e lo sviluppo della cittadinanza attiva.
Il confronto con il Tavolo Vallette, tavolo costituito da cittadini che rappresentano un contesto di confronto fondamentale nel quartiere, con lo sportello della Parrocchia Frassati e con privati cittadini attivi nel quartiere si sono rivelati fondamentali per il proseguimento del progetto e per la costruzione della rete di informatori di prossimità.
Importantissimi anche i momenti di incontro tra le animatrici di comunità e le Farmacie e i Medici di Medicina Generale, che si sono resi disponibili a entrare a far parte della rete.
Inoltre è stato organizzato un ciclo di incontri di formazione. Le attività erano volte al consolidamento dei legami tra i membri della rete e allo scambio di informazioni, in tema problematiche socio-sanitarie, generali e specifiche, del quartiere Vallette. Questo percorso ha dato vita alla redazione definitiva di un accordo di programma, documento che sancirà la collaborazione continuativa tra tutti gli attori coinvolti, le modalità di funzionamento della rete e le attività previste per i prossimi mesi.
Gli incontri sono stati organizzati e svolti con il supporto dell’associazione Bottega del Possibile per un totale di cinque incontri tra settembre e ottobre 2021 che hanno dato il via a questa sperimentazione. La futura rete è stata ospite delle Officine Caos, nel cuore del quartiere Vallette, in piazza Montale. Sono state coinvolte una trentina di persone interessate, tra operatori sanitari, sociali, membri di associazioni e privati cittadini.
Gli incontri sono stati occasione di conoscenza tra i membri della rete, proficuo confronto e scambio di esperienze, informazioni e buone pratiche. Questo è stato possibile in quanto è stato dato ampio spazio ai contributi di ogni singolo partecipante sia in piccoli gruppi, su tematiche specifiche, sia in discussioni plenarie, riguardanti in particolare le modalità di gestione della rete, gli obiettivi del lavoro di prossimità e le attività future.
Un risultato positivo è stato l’interesse crescente per questa iniziativa, anche grazie all’impegno generale da parte dei partecipanti si è riusciti, tramite un fenomeno di passaparola, a coinvolgere nuove persone durante ogni incontro.
Durante gli incontri è stato formalizzato e riconosciuto il ruolo della coordinatrice della rete: è stata scelta una professionista del Dipartimento di Prevenzione, che l’ASL ha messo a disposizione per il proseguimento del progetto. Il ruolo della coordinatrice è stato visto da tutti i partecipanti come vitale per il funzionamento e la sostenibilità nel tempo della rete.
Si può affermare che questo primo ciclo di incontri ha dato risultati positivi, e attraverso un confronto e una partecipazione attiva da parte di tutti e di tutte, sono state delineate le finalità generali per cui la rete è stata attivata: da una parte, favorire la divulgazione delle informazioni riguardanti la salute e le modalità di accesso ai servizi sociali, sanitari e del territorio; dall’altra, il miglioramento della qualità e dell’intensità degli scambi all’interno della rete, con l’obiettivo ultimo di sollecitare i servizi sociali e sanitari per il miglioramento dell’efficacia degli interventi di cura e sostegno per i soggetti vulnerabili e per i malati cronici.
I prossimi passi che la rete compirà saranno in primo luogo delineare le priorità di intervento, che si presenterà come attore unico e unito. Nel più breve periodo, si sta provvedendo all’organizzazione di futuri incontri a partire dal mese di gennaio per discutere su modelli operativi per la condivisione rapida ed efficace di informazioni tra tutti i componenti della rete, anche con coloro che non firmeranno formalmente l’accordo; alla possibile individuazione di nuovi volontari sul territorio per la rete; alla creazione di una carta dei servizi pubblici e privati, a disposizione di tutti e tutte; all’attuazione di una strategia di monitoraggio per il buon funzionamento della rete e alla diffusione di un vademecum sulle malattie croniche.